Il cimitero di Praga, Umberto Eco

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Nihon no musume
CAT_IMG Posted on 26/12/2010, 14:19




IL CIMITERO DI PRAGA



Titolo originale: Il cimitero di Praga
Autore: Umberto Eco
Data pubblicazione: 29 Ottobre 2010

Protagonista del romanzo è il capitano Simonini, un falsario estremamente cinico che vive nel XIX secolo. Il romanzo è ambientato tra Parigi, Torino e Palermo[1].

Il falsario e agente segreto Simone Simonini, nell'appartamento soprastante la bottega di un rigattiere (che usa come copertura) a Parigi nel 1897, ormai anziano, inizia ad annotare in un diario gli eventi della sua vita, partendo dall'infanzia. Egli spera in questo modo di far tornare alla memoria alcuni ricordi che sembra aver perso a causa di un'amnesia. Un secondo personaggio, l'abate Dalla Piccola, che egli sembra non conoscere, ma che vive in un appartamento comunicante col suo e, inspiegabilmente, conosce molte cose della vita di Simonini, si intromette con le sue annotazioni nei fogli di cronaca di quest'ultimo. Le postille si alternano a quelle dello stesso protagonista, il quale è persuaso (al pari del lettore che è tratto in inganno dalla crisi di identità di Simonini) del convincimento che i due soggetti corrispondano alla medesima identità, salvo poi ricredersi quando all'interno della narrazione della propria biografia scorge incongruenze che lo portano a meditare il contrario. La terza voce è quella del Narratore.

Ripercorrendo gli eventi della sua vita, Simone Simonini ricorda di essere piemontese di nascita; rimasto molto presto orfano di madre, cresce a Torino assieme al nonno, Giovanni Battista Simonini, perché il padre, affiliato alla Carboneria, è spesso lontano, impegnato nell'organizzazione di moti insurrezionali (morirà nel 1849 durante la difesa della Repubblica Romana). Al contrario di suo figlio, Giovanni Battista è invece profondamente reazionario e bigotto, e trasmette al nipote il suo viscerale odio per gli ebrei (lo stesso nome del protagonista è stato scelto dal nonno in memoria di san Simonino, il bambino che, secondo la leggenda, fu ucciso come vittima sacrificale dagli ebrei di Trento nel XV secolo). Simone cresce quindi in un ambiente cupo, oppressivo e codino, sorvegliato dai precettori gesuiti chiamati dal nonno, tra cui il padre Bergamaschi, ambiente che alimenta in lui insensibilità, misantropia, ubbie e idiosincrasie morbose, una ossessiva misoginia e, per contrasto con la rigida educazione ricevuta, il disprezzo per la religione: si appassiona però alla lettura dei feuilleton di Alexandre Dumas, di cui apprezza soprattutto il romanzo Giuseppe Balsamo, incentrato sulla figura di Cagliostro, e di Eugène Sue.

Alla morte del nonno, nel 1855, Simone scopre che la sua eredità è gravata da molti debiti ed è costretto, aiutato dagli studi di diritto che ha concluso, ad andare a lavorare presso il notaio Rebaudengo (al quale Simonino attribuisce la responsabilità della sottrazione indebita del patrimonio del nonno). Costui gli insegna a falsificare documenti, arte in cui ben presto Simonini diventa abilissimo, attirandosi così le attenzioni dei servizi segreti sabaudi. Divenuto una spia, Simonini viene inviato in Sicilia al seguito dei Mille di Giuseppe Garibaldi, e qui conosce lo scrittore Ippolito Nievo, tenente e tesoriere dell'esercito dei volontari, di cui si guadagna la fiducia per potersi così impossessare dei registri contabili da questi conservati. Per far sparire questa documentazione, su richiesta esplicita dei servizi savoiardi (che nondimeno gli avevano ingiunto di limitarsi alla escludiva distruzione delle carte), che potrebbe provare i finanziamenti sotto banco elargiti dai Savoia, Simonini provoca l'affondamento della nave su cui viaggia Nievo, nonché la morte dello stesso.

Tornato a Torino, i servizi lo inviano a Parigi, dove Simonini inizia a lavorare per il controspionaggio dell'impero francese. Nel frattempo, ispirandosi ai romanzi di Dumas e Sue, ha iniziato a fabbricare un documento fittizio, dapprima indirizzato al discredito dei gesuiti, successivamente rivolto agli ebrei, in cui viene messo in scena un supposto conciliabolo notturno dei rabbini, capi delle varie comunità ebraiche d'Europa nel vecchio cimitero ebraico di Praga, nel quale costoro espongono i loro piani per la conquista del mondo e la distruzione del cristianesimo. Ulteriore materiale, utile alla fabbricazione del testo, viene fornito al falsario dalla lettura di un libro contro Napoleone III, Dialoghi agli inferi tra Machiavelli e Montesquieu, scritto dal giornalista Maurice Joly, che conosce in prigione, dove era stato inviato dal governo francese per acquisire informazioni sullo stesso e constatarne la pericolosità, e che poi ucciderà, simulandone il suicidio. Sempre per conto dei servizi francesi, infiltrandosi negli ambienti dell'anarchismo, fa arrestare un gruppo di cospiratori, guidato dall'italiano Gaviali, che preparavano un attentato contro l'imperatore.

Intenzionato a vendere al miglior offerente il suo materiale sugli ebrei, che nel frattempo continua ad arricchire di particolari desunti dalle fonti più diverse e opportunamente adattati, Simonini entra in contatto anche con i servizi prussiani, conoscendo uno scrittore di nome Hermann Goedsche, il quale però si appropria della materia della sua opera che inserirà nel proprio romanzo, Biarritz. Con lo scoppio della guerra franco-prussiana, però, il Secondo Impero di Napoleone III crolla e Simonini si trova coinvolto nei giorni terribili della Comune di Parigi. Passato rapidamente al soldo della Terza repubblica francese, negli anni successivi lavora a consolidare i suoi numerosi contatti (tra i quali il suo stesso precettore di un tempo, padre Bergamaschi, anch'egli interessato a ottenere dall'antico allievo materiale contro i nemici della Chiesa, massoni ed ebrei), mentre nel frattempo anche l'attività di semplice falsario per clienti privati contribuisce ad aumentare i suoi introiti, assicurandogli una discreta fortuna, sebbene il suo stile di vita continui a essere molto modesto e solitario, non coltivando egli alcuna relazione personale e concedendosi un'unica grande passione, quella per la buona tavola.

Ma il pensiero fisso di Simonini resta l'intenzione di procacciare la sua opera migliore, il falso documento sulla congiura ebraica intitolato inizialmente Il cimitero di Praga, e ormai ribattezzato i Protocolli: in essi vengono sfruttati tutti i possibili stereotipi antiebraici, utili a suscitare la paura e l'odio di tutti gli strati sociali, dal clero, cui si rivolgono i passi in cui gli ebrei sono presentati come diabolici nemici della cristianità, fomentatori del libero pensiero e della massoneria, alla piccola borghesia, per la quale gli ebrei vengono dipinti come ispiratori di movimenti socialisti e comunisti, e in ultimo al proletariato, cui invece vengono additati come usurai, padroni della finanza e delle banche mondiali e affamatori del popolo.

Nel suo diario, Simonini rievoca anche il suo incontro con un abate di nome Dalla Piccola, che gli aveva commissionato, a nome dei gesuiti, uno scritto contro gli ebrei. Questi lo aveva poi accusato di avergli fornito materiale non originale tratto dal romanzo Biarritz (nei fatti si rivela essere il romanzo di Goedsche a essere stato copiato dai Protocolli di Simonini), il cui autore Goedsche sarà messo a tacere in seguito dai gesuiti: per evitare di essere smascherato, Simonini uccide Dalla Piccola nascondendone il corpo nella cloaca del proprio pied-à-terre.

Non si tratta, però, evidentemente, del Dalla Piccola che continua periodicamente a inserirsi nel suo racconto, perché egli riprende nuovamente la parola per narrare la sua storia: negli stessi anni, dunque, Dalla Piccola entra in contatto con personaggi equivoci quali il sacerdote satanista Joseph-Antoine Boullan e soprattutto lo scrittore Léo Taxil, autore di scritti violentemente anticattolici, con i quali organizza un'elaborata truffa. Taxil, un tempo affiliato alla massoneria, simula una sua sorprendente conversione al cattolicesimo, e inizia a produrre una serie di scritti polemici dal vastissimo successo commerciale in cui denuncia le pratiche esoteriche e misteriose che sarebbero praticate nelle varie logge. Per rendere ancora più credibili le descrizioni degli inquietanti riti, Dalla Piccola prende in custodia dal dottor Du Maurier, direttore di una clinica psichiatrica a Vincennes, una giovane paziente dal passato misterioso, di nome Diana, soggetta a crisi isteriche, nel corso delle quali soffre di un curioso caso di sdoppiamento della personalità, passa dall'essere pia e devota ed estremamente pudica ad assumere atteggiamenti lascivi e provocanti, abbandonandosi alla descrizione di fantastici culti satanici e a messe nere cui avrebbe partecipato. Rinchiusa la ragazza in un appartamento di sua proprietà, Dalla Piccola, assieme a Taxil, attinge da lei i racconti con cui alimentare il flusso di pubblicazioni antimassoniche, che hanno una straordinaria diffusione negli ambienti cattolici, tanto da far guadagnare a Taxil persino un incontro con papa Leone XIII in persona. A un certo punto, poi, è la stessa Diana, cui viene dato il cognome Vaughan, a essere presentata come l'autrice dei libri: Dalla Piccola, Taxil e Boullan ne inventano la storia, immaginando che ella sia stata un'adepta del culto palladiano pentitasi e tornata alla fede cattolica. Dopo qualche tempo, comunque, iniziano a sorgere i primi dubbi sull'autenticità della storia di Diana, e Taxil, ansioso di far parlare ancor più di sé, prepara una clamorosa ritrattazione, e abbandona il gruppo.

Nel frattempo, Simonini viene coinvolto nel celebre "affare Dreyfus", contribuendo, fabbricando un documento falso che ne imita la calligrafia, a far incriminare di tradimento l'ufficiale di origine ebraica. Nello stesso periodo, viene avvicinato anche dall'Okhrana, la polizia segreta della Russia zarista, nella persona del misterioso Rachkovskij, anch'essa interessata a utilizzare i suoi Protocolli per i suoi scopi.

La sera del 21 marzo 1897 (il giorno precedente alla misteriosa amnesia di Simonini, e alla sua prima annotazione nel diario), Dalla Piccola partecipa, assieme a Diana, a una messa nera officiata da Boullan[2], nel corso della quale la donna lo violenta. La mattina dopo, Dalla Piccola scopre con orrore che Diana è ebrea e, fuori di sé all'idea di aver avuto un rapporto sessuale con una donna e di poter diventare padre di un bambino ebreo, uccide Diana e Boullan, nascondendone i cadaveri in cantina. È proprio questo il trauma che ha causato la parziale perdita di memoria di Simonini, che ha cancellato dalla sua mente tutto quanto gli è accaduto quando impersonava Dalla Piccola: si scopre infatti che Simonini e Dalla Piccola, che il primo ha iniziato a impersonare dopo aver ucciso quello vero, sono la stessa persona, ma, a causa dello choc, le due personalità si sono scisse e l'una non aveva più coscienza dell'altra. Grazie al metodo di rievocare i ricordi attraverso la scrittura (suggerito al protagonista da un incontro casuale con un giovane e ancora sconosciuto Sigmund Freud), Simonini ricompone dunque l'intera storia.

Ma i servizi segreti russi continuano a incalzarlo per avere i Protocolli, arrivando anche a ricattarlo minacciando di far uscire allo scoperto i suoi delitti: Simonini finalmente porta a termine il suo lavoro e lo consegna a un agente di nome Matvei Golovinskij. Non può sapere che il suo testo è destinato ad avere una sinistra influenza su tutto il XX secolo.
L'ultima annotazione nel diario è del dicembre 1898: il romanzo si chiude con la preparazione di un attentato nella costruenda metropolitana di Parigi, in cui Simonini è incaricato di piazzare una bomba fabbricata da Gaviali, operazione in cui, presumibilmente, perderà la vita, poiché il suo diario si interrompe bruscamente.
 
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