L'età verde, Yukio Mishima

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Nihon no musume
CAT_IMG Posted on 22/12/2010, 16:43




L’ETA’ VERDE



Titolo originale: Ao no jidai
Autore: Yukio Mishima
Data pubblicazione: 2001

L’età verde è uno dei primi e più importanti romanzi di Yukio Mishima. Ambientato nel Giappone del secondo dopoguerra, dove il tradizionale ordine nipponico è stato spazzato via dalla guerra lasciando in eredità disordini e inquietudini. È in questa situazione che giovani ambiziosi possono nutrire speranze per un futuro migliore, tra questi lo studente Makoto, artefice di una colossale truffa finanziaria ai danni dei piccoli risparmiatori. Ispirata ad un fatto di cronaca, non è difficile intravedere nel fallimento finanziario di Makoto un assai più grave fallimento esistenziale, un tentativo eroico e disperato, a tratti patetico, di dominare l’esistenza, in una drammatica partita contro la vita stessa. Partito dalla provincia, dove si sentiva soffocare nell’ambiente in cui gli è toccato vivere. Soprattutto fugge dal padre, medico famoso, che impartisce ai figli un’educazione severissima, negando loro il minimo gesto d’affetto. La psiche di Makoto verrà distrutta da quest’educazione, sviluppando una dose di cinismo incredibile, che lo lascia impassibile di fronte a qualsiasi fatto, e una razionalizzazione estrema. Pondera, pianifica ogni cosa. Questa programmazione lo porta però a fallire in ogni campo, nonostante le sue indiscutibili capacità intellettuali. Si contrappone a Makoto il cugino Yasushi, meno colto, meno intelligente, bocciato a scuola, bocciato all’esame per l’ingresso nell’accademia militare, ma dotato di un’incredibile vitalità, in sintonia con la vita. Si tratta di un classico romanzo di formazione, un Bildungsroman, tanto caro alla letteratura europea, soprattutto tedesca. Mishima, infatti, intendeva “svecchiare” la letteratura nipponica prendendo esempio solo dal meglio della letteratura occidentale (fu il traduttore, tra l’altro, alcune opere di D’Annunzio). Mishima divenne un divo letterario, aiutato dal fatto che amava farsi ritrarre in pose sadomasochistiche, sbandierava la sua omosessualità e la sua appartenenza all’estrema destra giapponese, tando da formare un esercitò personale al fine di instaurare un colpo di stato che rinverdisse in fati imperiali. Conscio dell’impossibilità di questi suoi disegni, si suicidò nel 1970 presso il Ministero della Difesa praticando in seppuku.
 
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