Il fu Mattia Pascal, Luigi Pirandello

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Nihon no musume
CAT_IMG Posted on 17/11/2010, 21:31




IL FU MATTIA PASCAL - LUIGI PIRANDELLO

Titolo originale: Il fu Mattia Pascal
Autore: Luigi Pirandello
Data pubblicazione: 1904

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Mattia Pascal vive a Miragno dove il padre ha lasciato in eredità alla moglie e ai due figli una discreta fortuna. Batta Malagna, un disonesto amministratore, si interessa di gestire il patrimonio. Egli, dopo la morte della moglie, sposa Oliva, ragazza che Mattia conosce bene, con la quale ci prova per fare una dispetto all'amministratore perché l'uomo non riesce ad avere eredi e crede che sia colpa di Oliva, non pensando che invece sia lui il problema. Alla fine Oliva rimane incinta e il figlio è di Mattia. L'amico Pomino dice al protagonista che ha parlato con una serva, e ha scoperto che Malagna sta tramando qualcosa con la cugina, Marianna Dondi, vedova Pescatore: questa gli avrebbe detto che gli sta bene che non riesca ad avere un figlio, dato che si è rifiutato di sposare Romilda, figlia della vedova e nipote di Malagna, di cui Pomino è innamorato. Ora lo zio si sarebbe pentito di non aver accontentato la nipote. Mattia e Pomino temono che l'uomo stia complottando con la cugina per avere un figlio da Romilda. Pascal aiuta l'amico, e, giusto per stordirlo un po', gli dice che, per salvare la giovane, Pomino potrebbe sposarla. Con la scusa di una cambiale, Mattia si reca a casa di Marianna Dondi, dove trova anche Malagna. Conosce Romilda. Si trattiene poco a casa della vedova Pescatore, per poter tornare ancora da Romilda e dalla madre, che, però, non sembra contenta dell'annuncio di una sua prossima visita.
Nonostante il giovane le parli di Pomino, Romilda si innamora di Mattia, e lui ricambia l'amore. Un giorno, la ragazza, rimasta sola con lui dopo che la madre si è allontanata, gli chiede di portarla via. Romilda, viene messa incinta da Mattia e lui, in seguito a quel loro incontro, pensa come preparare la madre alla notizia del suo inevitabile matrimonio. Riceve, però, una lettera da Romilda, in cui lei gli dice che non devono più vedersi. Mattia non comprende il motivo che ha spinto la giovane a chiedergli una cosa simile. Oliva si reca a casa sua per sfogarsi con la madre di lui per la disperazione cagionatale dal marito. Batta Malagna ha annunciato il prossimo arrivo del suo tanto atteso figlio. Mattia, compresa la ragione per cui Romilda gli ha detto che non avrebbero dovuto più vedersi, si sente ingannato da lei. Si reca così a casa di Oliva e le mostra la lettera. La ragazza capisce che Malagna non è il vero padre del bambino che aspetta Romilda, ma Mattia le dice che lei deve far credere al marito che lui può veramente avere un figlio. Pascal ingravida anche Oliva; Malagna scopre il tradimento della moglie, va da Mattia e gli dice che ha disonorato la nipote e che deve rimediare a quello che ha fatto.
Il protagonista capisce che Romilda non ha fatto nulla di male per far credere a Malagna di essere il padre del bambino che lei aspetta. La ragazza, infatti, sostiene che quando ha rivelato alla madre l'amore che ormai la legava indissolubilmente a Mattia, Marianna Dondi è andata su tutte le furie, e le ha detto che non avrebbe mai acconsentito a farla sposare con uno «scioperato». Giunto Batta Malagna, la vedova Pescatore ha lasciato sola Romilda con lui. La giovane gli ha rivelato la sciagura che le è capitata e gli ha chiesto di opporsi alla madre e indurla a più giusti consigli, dato che lei voleva restare fedele a Mattia. L'uomo si è intenerito, ma non troppo; le ha detto che, essendo Romilda minorenne, è ancora sotto la potestà della madre e che potrebbe anche agire giudiziariamente contro Pascal. Batta Malagna ha rimediato accettando come suo il figlio che sarebbe nato da Romilda. Ma ora che anche la moglie è incinta e dovrà fare da padre al bambino che Oliva aspetta da Mattia.
Mattia quindi è costretto a sposare Romilda che, invidiosa del figlio che sarebbe nato ad Oliva tra gli agi, al contrario del suo che verrà al mondo nell'incertezza del domani, "non può vedere Mattia". Per salvare il podere della Stia col mulino, si devono vendere le case, e la madre del protagonista va a vivere con il figlio. Ma questo non basta. Pascal cerca di trovare un'occupazione, ma non ci riesce. La vedova Pescatore e Romilda non si dimostrano gentili con la madre di Mattia, e lui teme che, irritate dalla guardia che il giovane fa alla madre, la trattino male. La zia Scolastica la porta via. Un giorno, verso sera, Pascal incontra per caso Pomino. Lui ce l'ha con Mattia per il suo tradimento, ma il protagonista cerca di convincerlo che è stato Pomino a tradirlo, dato il sacrificio che deve compiere vivendo con Romilda e la vedova Pescatore. L'amico gli trova un lavoro: suo padre, entrato nel municipio, dice che la biblioteca di Boccamazza è in misere condizioni, e colui che se ne occupa è fisicamente debole. Grazie a Pomino, Mattia diventa bibliotecario. Un giorno, gli vengono a dire che la moglie sta per dare alla luce il bambino. Lui si precipita a casa, dove Marianna Dondi gli dice di andare a cercare un medico. Dopo aver girato invano, Mattia, esausto, torna a casa, e vi trova il dottore. Pascal vede che sono due bambine quelle che Romilda gli sta dando: una è già nata, l'altra sta per venire al mondo. Una delle figlie muore a pochi giorni, l'altra quando ha quasi un anno. Con la piccola viene a mancare anche la madre di Mattia, nello stesso giorno e quasi nella stessa ora. Una notte intera Mattia vaga per il paese e le campagne, e alla fine si ritrova nel podere della Stia, presso la gora del mulino.
Viene aiutato da un vecchio mugnaio di nome Filippo, che lo fa sedere sotto un albero e gli parla della madre e del padre del protagonista. L'uomo lo consola, gli dice che non deve piangere e disperarsi così, perché la figlia è stata accolta nel «mondo di là» dalla sua nonna, che le parlerà sempre di lui e non la abbandonerà mai. Dopo una delle solite scene con Romilda e la vedova Pescatore, che dopo la morte della sua bambina e della madre lo disgustavano, non riuscendo più a resistere alla sua miserabile vita, Mattia fugge dal paese. Strada facendo, pensa di recarsi a Marsiglia, da cui partirebbe per l'America. Ma giunto a Nizza si ferma davanti ad una bottega, dove sono esposti opuscoli che rappresentano la roulette. All'inizio si allontana dalla bottega, ma poi vi entra e, per curiosità, compra un opuscolo. Quindi parte per Montecarlo. Arrivato qui, si ferma a giocare alla roulette, e, con sua sorpresa, vince. Mattia continua a vincere e diventa ricco. Dati i suoi colpi fortunati, una donna gli propone di giocare con lei, ma il giovane Pascal la respinge. Anche uno «spagnuolo» gli porge la stessa richiesta, e lui, dopo averci parlato, se ne allontana. La mattina del dodicesimo giorno, Mattia viene a sapere che qualcuno si è ucciso: è un giovinetto che il protagonista conosceva, avendo entrambi giocato una volta allo stesso tavolino. Pascal ne copre il viso con un fazzoletto. Fugge e ritorna a Nizza per partirne il giorno stesso. Deciso a ritornare a casa per riscattare la sua proprietà e vendicarsi dei soprusi della suocera, un altro fatto muta il suo destino. Mentre è in treno legge per caso su un giornale che a Miragno è stato ritrovato nella roggia di un mulino il cadavere di Mattia Pascal, scomparso da molti giorni, uccisosi per dissesti finanziari.
Sebbene sconvolto, comprende presto che, credendolo tutti morto, può avere un'altra vita. Così, con il nome inventato di Adriano Meis inizia a viaggiare in Italia e poi all'estero. Infine, decide di stabilirsi a Roma in una camera ammobiliata. Si innamora, ricambiato, di Adriana, la dolce e mite figlia del padrone di casa, Anselmo Paleari, e vuole sposarla e vivere un'altra vita, ma presto si rende conto che la sua esistenza è fittizia. Infatti, non essendo registrato all'anagrafe, non può sposare Adriana, non può denunciare il furto subito da Terenzio Papiano, un losco individuo penetrato nella sua stanza per rubare del denaro, e non può svolgere alcuna delle normali attività quotidiane, poiché privo di identità. Finge così un suicidio e, lasciato il suo bastone e il suo cappello vicino a un ponte del Tevere, ritorna a Miragno sotto il nome di Mattia Pascal.
Sono intanto trascorsi due anni e arrivato al paese, Mattia scopre che la moglie si è risposata con Pomino e ha avuto una bambina. Si ritira così dalla vita e trascorre le sue giornate nella biblioteca polverosa dove lavorava in precedenza a scrivere la sua storia e ogni tanto si reca al cimitero per portare sulla tomba del "fu Mattia Pascal" una corona di fiori. Nella Premessa seconda (filosofica) a mo' di scusa il protagonista decide di mettere per scritto la sua strana vicenda: Mattia lascerà il manoscritto nella biblioteca dove aveva lavorato con l'obbligo però di aprirlo soltanto cinquant'anni dopo la sua terza, ultima e definitiva morte. La prima morte è quella che lo vede suicidato nel mulino della "Stìa", la seconda quella in cui "muore" il suo alter ego Adriano Meis. Il consiglio di mettere per scritto il suo caso viene a Mattia da un suo amico bibliotecario, don Eligio.

Edited by Nihon no musume - 19/11/2010, 12:21
 
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